Note d’agosto, con un altro processo a L’Aquila (Massimiliano Stucchi)

Da almeno un paio anni agosto ci somministra morti e danni: Amatrice nel 2016, Ischia nel 2017, quest’anno le autostrade, la piena del Pollino e una sequenza sismica (Molise) che fin qui ha prodotto solo danni lievi.
E altre notizie che vale la pena di commentare.

Sul ponte Morandi di Genova si è detto di tutto e di più. C’è poco da aggiungere, se non la riflessione che ponti di quel tipo, e anche di altro tipo, sono vulnerabili sia all’usura che a possibili impatti esterni (aerei, droni, attentati, ecc.). Questi ponti vengono progettati per resistere a un determinato evento esterno che non è mai il massimo possibile, anche perché in questi casi tale massimo non è conosciuto. Quindi, come tante cose, conservano un livello di rischio. Da sapersi.

L’incidente di Bologna è stato dimenticato in fretta, forse a causa del successivo crollo del ponte Morandi. Facendo un paragone un po’ ardito, l’incidente di Bologna – al netto degli effetti derivati, quali l’esplosione e il crollo del viadotto – è paragonabile all’incidenza di un terremoto di media energia (probabilità media, danni medi), mentre quello di Genova si avvicina al massimo terremoto possibile (probabilità molto bassa, danni elevati).

Per questo incidente non vi sono state grosse polemiche in merito a responsabilità e prevenzione: il conducente del camion è morto, qualche assicurazione pagherà; i disagi per tutti gli automobilisti sono rimasti. Tuttavia la dinamica, come ben illustrata dalle immagini, segnala che il mantenimento della distanza di sicurezza e il rispetto dei limiti di velocità, in particolare da parte degli autotreni, è una utopia, come ben sa chi percorre di frequente le nostre autostrade. Ci si può domandare a che cosa servano i tutor, ma soprattutto perché i divieti non vengano fatti rispettare con forza (ritiro di patenti, ecc.). Purtroppo la risposta è nota.

Anche sulle morti del Pollino è stato detto molto. Osservo che il problema più importante, per chi non partecipa alle operazioni di soccorso, è di trovare delle responsabilità piuttosto che fare dei passi avanti per evitare che tali incidenti si ripetano. Addirittura il PM di Castrovillari ha aperto una inchiesta per “omicidio colposo…., inondazione, ….ecc.” Inondazione? Dunque si cerca un responsabile della piena improvvisa, nemmeno di un eventuale mancato allarme? Si cercherà anche un responsabile di un terremoto?
E, per favore, non chiamiamola “onda anomala”! Il termine già è poco corretto in caso di tsunami, figuriamoci in caso di una piena improvvisa….

In Molise è in corso una sequenza sismica in una zona con sismicità storica minima, ma pur sempre a pericolosità sismica media (terremoti di energia media poco frequenti; di energia elevata rari, ma non impossibili).
L’aggiornamento della sequenza è fornito da INGV

https://ingvterremoti.wordpress.com/2018/08/20/aggiornamento-sequenza-sismica-in-provincia-di-campobasso-20-agosto-2018-ore-1500-2/

Come sempre, in questi casi, la sequenza si potrebbe esaurire, oppure si potrebbero verificare eventi di magnitudo più elevata (nel 2002, nella non lontana zona di S. Giuliano di Puglia, si verificarono due eventi di magnitudo attorno a 6 nel giro di 24 ore, e senza sequenza precedente). Voglio sperare che le autorità locali non diramino comunicati tranquillizzanti, come avvenne ad esempio nel 2009 a opera dell’Assessore alla Protezione Civile della Regione Abruzzo, che innescò in tal modo la successiva convocazione della riunione di esperti a L’Aquila e quel che ne seguì.

A proposito di L’Aquila, è di oggi la notizia della condanna di due Ministeri di Vigilanza (infrastrutture e Interno) al risarcimento danni per due vittime del terremoto del 2009

“non aver diligentemente adempiuto ai compiti di vigilanza e controllo di rispettiva competenza in materia edilizia, consentendo la realizzazione di una costruzione difforme dalle prescrizioni normative vigenti all’epoca, incapace di resistere all’azione di un sisma non avente carattere anomalo o eccezionale”.

Non dispongo ancora del testo completo e quindi leggo solo chi ne scrive. Ad esempio

https://www.ingenio-web.it/20942-terremoto-di-laquila-del-2009-due-ministeri-dellepoca-condannati-al-risarcimento-danni-per-due-vittime?utm_term=22665+-+https%3A%2F%2Fwww.ingenio-web.it%2F20942-terremoto-di-laquila-del-2009-due-ministeri-dellepoca-condannati-al-risarcimento-danni-per-due-vittime&utm_campaign=La+Gazzetta+di+INGENIO&utm_medium=email&utm_source=MagNews&utm_content=2356+-+1308+%282018-08-23%29

A parte le riflessioni sul valore del risarcimento (360.000 euro a Ministero) e sui consueti zoppicamenti delle sentenze (che cos’è un sisma anomalo o eccezionale, visto che viene richiamata l’afferenza della città alla seconda categoria sismica all’epoca della costruzione, 1961?), la sentenza apre interessanti interrogativi (non so – mea culpa – se sia la prima in materia).

La sentenza entra nel merito delle tipologie costruttive dell’epoca e delle relative carenze, e afferma che i responsabili del crollo sarebbero quanti hanno esercitato la funzione di controllo (mancato, in questo caso, o carente) sulle costruzioni. Non le persone ma le istituzioni ultime. Non, ad esempio, progettisti e costruttori, e nemmeno i proprietari, tutti soggetti che firmano comunque il procedimento edilizio, sia pure con competenze diverse. E tutto questo, peraltro, proprio a L’Aquila, dove nel famoso processo agli scienziati sono stati ricercati altri colpevoli.

Ora, a parte qualche distorsione, la sentenza va nella direzione di accertare delle responsabilità in ordine a crolli che hanno determinato morti, cosa che in genere fa insorgere la gran parte degli ingegneri. Non sono un fanatico delle manette, ma credo che l’istituzione di un principio di responsabilità, legato a violazioni o carenze progettuali, per quanto attiene i danni subiti dagli edifici, e non solo le vittime, dovrebbe trovare posto nella gestione consapevole del territorio. Responsabilità da accertare e da scontare in modi da determinare, ma non da ignorare o addirittura cancellare: perché mai lo Stato, ovvero tutti noi, dovrebbe sistematicamente farsi carico della ricostruzione di immobili abusivi, ad esempio, ovvero che non rispettano le norme (il che è molto simile). Che norme sono, se chi non le rispetta è uguale a chi le rispetta?

Vale la pena ricordare che, in controtendenza rispetto a quanto sopra, nello scorso giugno il Parlamento ha approvato un emendamento-sanatoria 5stelle, approvato da tutti (!) i partiti con l’eccezione di Forza Italia che l’ha valutato insufficiente (!), che di fatto “condona” gli abusi edilizi compiuti prima del terremoto sugli edifici di cui il privato chiede la ricostruzione, abusi che altrimenti non avrebbero consentito l’accesso al contributo per la ricostruzione. Che magari questi “abusi” abbiano potuto avere un ruolo nel danneggiamento o nel crollo dell’edificio sembra non sfiorare il Parlamento, che viceversa si premurato di stabilire che la sanatoria per le aree colpite dai terremoti recenti è subordinata alla “verifica di compatibilità con le norme in materia di tutela dal rischio idrogeologico”. Mah. A Genova si cercano responsabilità precise, individuali, e si revocano concessioni, cosa che può essere corretta: per i terremoti bisognerebbe accertare responsabilità collettive, quasi di massa, e quindi si cancella.

Mi sa tanto che “anche quest’anno la prevenzione la facciamo l’anno prossimo….”

PS. Leggo ora, grazie alla segnalzione di un collega su TW, che la Protezione Civile informa che ci potrebbe essere una scossa anche più forte di quelle precedenti. Addirittura che gli esperti dicono che la probablilità di tale scossa è aumentata

http://www.ansa.it/molise/notizie/2018/08/23/borrelli-molise-anche-scosse-piu-forti_a12dd3dd-f56d-4d18-8738-d7cd796410c6.html

Piacerebbe sapere se tali esperti vanno indivuati nella Commissione Grandi Rischi, nelle posizione ufficiali di Istituti di riferimento del DPC o in quant’altro, e di quanto sarebbe aumentata tale probabilità. Ricordo che anche a L’Aquila DPC affermò che “gli esperti dicono”; quella volta avrebbero sostenuto il contrario.

 

 

1 thoughts on “Note d’agosto, con un altro processo a L’Aquila (Massimiliano Stucchi)

  1. Max, grazie. Come al solito, e purtroppo, hai ancora una volta centrato in pieno il problema della totale incongruenza del modo in cui il rischio sismico viene (non-)affrontato in Italia, e di cui queste recenti e fallaci condanna e condono ne sono l’ennesima dimostrazione..

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