Che cosa resta del processo “Grandi Rischi”? (Massimiliano Stucchi)

Dopo la sentenza della Cassazione, questa domanda se la pongono in molti, in privato e in pubblico. Molti si chiedono come sia stato possibile che si siano spesi quasi quattro anni di – costose – attività giudiziarie; di ferite profonde agli imputati; di aspettative frustrate da parte dei parenti delle vittime e di quanti sono scesi in campo al loro fianco; di discussioni infinite su aspetti pseudoscientifici; di prese di posizione dettate da infinita sicurezza e presunzione.
Ci vorrà del tempo per meditare, con sufficiente distacco, sulla vicenda “Grandi Rischi”: su come sia stato possibile farla nascere, portarla avanti, crederci davvero. Sicuramente sarà utile leggere anche le Motivazioni della Cassazione. Tuttavia, da oggi è già possibile tentare di mettere insieme qualche considerazione, con una premessa: esprimere le proprie idee sul processo non significa mancare di rispetto alle vittime e ai loro parenti. Gli imputati e tutti quelli che operano nella ricerca scientifica e nella protezione civile hanno sempre rispettato le vittime, di questo terremoto come di tutti gli altri in occasione dei quali si sono trovato a operare. Continua a leggere

Ancora sul rischio sismico – parte seconda (Massimiliano Stucchi)

Questo post fa seguito alla parte prima, con lo stesso titolo, che inizia così:

“La condanna in primo grado dei sette imputati al processo dell’Aquila ha determinato, nell’opinione pubblica come in molti intellettuali, alcune convinzioni che l’assoluzione di sei di essi in secondo grado non ha contribuito, almeno per il momento, a modificare, e che hanno implicazioni importanti per il futuro della riduzione del rischio sismico.
Si tratta in particolare delle tesi che:

  1. gli imputati fossero stati condannati per non aver valutato “correttamente” il rischio sismico;
  2. gli eventi di cui al processo dell’Aquila siano stati determinati da una errata comunicazione del rischio.”

 Le conclusioni della prima parte erano che:

  1. il rischio sismico in una larga porzione di Italia è – oggi – alto;
  2. non aumenta in modo significativo a causa di sequenze sismiche non distruttive, quale era quella dell’aquilano al 31 marzo 2009;
  3. l’emergenza sismica non è iniziata con la sequenza del 2009. Era già iniziata (da sempre), ed è permanente, anche se la maggior parte degli italiani non se ne vuole convincere;
  4. quest’ultimo è il vero problema, e dovrebbe essere il cuore della comunicazione del rischio.

In questa seconda parte si discute la tesi b).

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E veniamo alla comunicazione del rischio.
Una premessa. Il rischio sismico nell’aquilano era indiscutibilmente elevato ben prima dell’inizio della sequenza sismica, a causa dell’alta pericolosità sismica e dell’alta vulnerabilità; tuttavia pochi ne parlavano, non vi si dedicavano volumi, articoli, blog, interviste. Zero comunicazione del rischio a fronte di alto rischio? Nessuno andava in cattedra perché ne aveva parlato. Giaceva nei cassetti – poco diffuso – qualche report di convegni promossi dalle Amministrazioni locali a scopo essenzialmente catartico, come spesso avviene. Solo qualcuno portava avanti con fatica interventi di educazione nelle scuole. Continua a leggere

Ancora sul rischio sismico – parte prima (Massimiliano Stucchi)

La condanna in primo grado dei sette imputati al processo dell’Aquila ha determinato, nell’opinione pubblica come in molti intellettuali, alcune convinzioni che l’assoluzione di sei di essi in secondo grado non ha contribuito, almeno per il momento, a modificare, e che hanno implicazioni importanti per il futuro della riduzione del rischio sismico.
Si tratta in particolare delle tesi secondo cui:

  1. gli imputati sono stati condannati per non aver valutato “correttamente” il rischio sismico;
  2. gli eventi di cui al processo dell’Aquila sono stati determinati da una errata comunicazione del rischio.

Questi due aspetti sono strettamente interconnessi, anche perché hanno a che vedere entrambi con il concetto di rischio; questo concetto, come è noto, assume connotati variegati e spesso determinati dall’immaginario di chi ne tratta. A riprova del desiderio di fissarne i contorni in modo sempre più personale si può osservare l’apparizione, in volumi recenti e meno recenti, del concetto di “nuova rischiosità del rischio” (nella società dell’irresponsabilità), così come il titolo “oltre il rischio sismico”. Continua a leggere

Qualche considerazione sulla sentenza di Appello (Giacomo Cavallo)

Giacomo Cavallo

Giacomo Cavallo, ricercatore astrofisico, si è appassionato alla vicenda del processo “Grandi Rischi” e ha eseguito nel 2014 una analisi molto rigorosa e approfondita della sentenza di primo grado, pubblicata sia su questo blog https://tegris2013.files.wordpress.com/2014/03/saggio_cavallo.pdf che su quello dell’INGV http://ingvterremoti.wordpress.com/2014/03/20/unanalisi-della-sentenza-del-processo-a-laquila-di-giacomo-cavallo/
Gli abbiamo chiesto un commento alla sentenza d’appello.

MSC:Motivazioni Sentenza Corte
MST: Motivazioni Sentenza Tribunale

 a) Un po’ di storia
La mia analisi risale a circa un anno e mezzo fa ed eventualmente comparve su Internet nel marzo del 2014. Da allora, visto che il mio lavoro, per quanto dilettantesco, era stato abbastanza ben ricevuto e che nessuno – che io sappia – ne aveva mai confutato un solo punto, pur non riparmiandomi qualche calunnia e qualche insulto, io ho continuato a studiare il caso, trovando vari – non molti – possibili nuovi argomenti. Ora è comparsa una sentenza di Appello con cui mi sento in piena sintonia. Ovviamente l’analisi della Corte è professionale, più completa ed infinitamente più autorevole, ed io non presumo tanto da paragonare il mio modesto lavoro con essa. Tuttavia mi resta la soddisfazione di notare che l’obiettivo, cioè la confutazione parola per parola della sentenza di primo grado, è necessariamente lo stesso che mi ero proposto anch’io, l’architettura della confutazione che ne deriva è quindi assai simile, si parva licet componere magnis, e le conclusioni sono quasi inevitabilmente le stesse, perché dopo tutto c’è una sola verità. Continua a leggere

Finale, con lezioni e rapsodia (Massimiliano Stucchi)

Finale. Dunque il processo di Appello si è concluso, con la sentenza che conosciamo. Prima di tutto questa sentenza restituisce agli imputati la dignità di persone che hanno svolto il proprio compito, dopo aver dedicato decine di anni a valutare il rischio e a cercare di convincere stato, regioni, comuni e cittadini della possibilità e dell’importanza di farlo. Per il resto aspettiamo con interesse la motivazione e, come abbiamo sempre detto, rispettiamo il dolore per le vittime; questo rispetto ci ha sempre stimolato a chiederci, ben prima dell’Aquila, se avevamo fatto abbastanza per ridurre il rischio sismico. Rispettiamo anche le opinioni antagoniste: le sentenze di discutono, l’abbiamo sempre sostenuto e lo sosteniamo anche adesso. Invitiamo solo i colpevolisti a fare lo sforzo di collocare al loro posto i tasselli, che in generale vengono proposti e vivisezionati con logica da “moviola”; il loro posto nel tempo, cioè prima che l’accadimento del terremoto abbia favorito tutte le semplificazioni che sono state proposte. Continua a leggere

L’ultima udienza (M. Stucchi)

La presidente fa l’appello rituale.

G. Selvaggi legge un testo. Ricorda l’inizio della sua carriera, e di aver studiato tutte le sequenze italiane degli ultimi 30 anni. Questo ha contribuito a conoscere meglio le sequenze e la genesi dei terremoti. La mappa di pericolosità è la sintesi di tutte le conoscenze, utile alla prevenzione. E’ norma dello Stato dal 2006, pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale. Ne descrive le caratteristiche semplici ed efficaci: il 31 marzo abbiamo detto che L’Aquila era viola, questo rifarei. Ricorda le vittime.

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Verso la sentenza d’appello (M. Stucchi)

Dopo la replica del Procuratore Generale, che ha dichiarato di averla fatta anche per consentire alle parti civili di replicare anch’esse, e dopo quelle delle difese, manca ormai solo la replica di Coppi, difensore di Selvaggi, il 10 novembre mattina. Poi la Camera di Consiglio, “complessa” come l’ha definita la Presidente della Corte, e la Sentenza.
Nelle ultime settimane vi è stato un discreto fermento attorno al Processo di Appello.

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Quando comincia l’emergenza sismica? (Massimiliano Stucchi)

Uno dei tanti messaggi devianti che l’esito e la sentenza del processo “Grandi Rischi“ ha diffuso a piene mani è che la riunione incriminata della Commissione, tenutasi il 31 marzo 2009, fosse stata convocata in una fase di “emergenza sismica”, legata in qualche modo al perdurare dello sciame da alcune settimane.
Naturalmente questa immagine si è formata concretamente solo dopo il terremoto del 6 aprile, quando per molti – con il senno di poi – è stato facile fare due più due: Continua a leggere