Depositate le motivazioni della Sentenza d’Appello

Le motivazioni della Sentenza di Appello sono disponibili, in quattro parti, su https://processoaquila.wordpress.com/

Sono state depositate a L’Aquila le motivazioni della Sentenza d’Appello. Dell’intero documento ne è stato rilasciato solo un frammento di una dozzina di pagine (p. 165 – 176), che contiene comunque gli argomenti principali.
Si legge nel frammento che “la Corte ritiene che la pur imponente istruttoria dibattimentale non abbia consentito di raggiungere un sicuro convincimento in ordine alla stessa sussistenza (sic!) del fatto contestato ai sei accusato prosciolti dall’accusa“. Il documento procede poi sostenendo che la riunione del 31 Marzo 2009 non “risponda a nessuno dei criteri legali che valgono a identificarla come riunione della Commissione Nazionale Grandi Rischi”, che va pertanto ricondotta al paradigma delle ricognizioni, verifiche e indagini che il Capo del DPC può disporre . Dimostra poi come l’oggetto della riunione non possa essere desunto che dalla lettera di convocazione (“attenta disamina degli aspetti…relativi alla sequenza in atto”), in contraddizione con quanto sostenuto nella imputazione. Prosegue poi contestando le modalità dell’indagine svolta del primo giudice, e sostiene che “la verifica della correttezza scientifica delle valutazioni formulate dagli imputati“…”conduca necessariamente alla conclusione che nessuna censura possa essere mossa agli imputati, ecc.” Nel seguito viene affrontata la questione della rassicurazione (“peraltro ignoto in tali termini al capo di imputazione”), negando quanto sostenuto dal Tribunale (processo di primo grado) che Bertolaso avesse intenzioni di “rassicurare”, e riportando gli intenti di Bertolaso a un obiettivo ben più logico, in riferimento alle “propalazioni” di Giuliani e al comunicato della Regione Abruzzo. Stabilito che nelle dichiarazioni degli scienziati non vi era nessun contenuto rassicurativo, la Corte ritiene invece che nell’operato di De Bernardinis, che rappresentava Bertolaso, possa essere riscontrata una incidenza causale diretta nella formazione dei processi volitivi di alcune delle vittime. Tale incidenza viene verificata “anche senza fare ricorso al “modello delle rappresentazioni sociali”, la cui validità scientifica non ha trovato alcuna conferma” (https://terremotiegrandirischi.com/2014/10/28/mi-sarei-inventato-tutto-ehm-mi-sa-di-si-m-stucchi/). In sostanza una prima conferma di quanto ipotizzabile a valle della sentenza d’Appello; in particolare una sostanziale smontatura dell’impianto accusatorio, e l’accettazione di numerosi elementi delle tesi difensive. La documentazione disponibile è stata commentata con accenti diversi: ad esempio http://news-town.it/cronaca/6536-grandi-rischi,-depositate-motivazioni-sentenza-d-appello-i-giudici-de-bernardinis-rassicur%C3%B2.html

http://www.repubblica.it/cronaca/2015/02/06/news/terremoto_dell_aquila_giudice_condotta_grandi_rischi_esente_da_colpa-106686143/?ref=HREC1-16


http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2015/02/06/news/grandi-rischi-depositate-le-motivazioni-della-sentenza-1.10811921

2 thoughts on “Depositate le motivazioni della Sentenza d’Appello

  1. Pingback: Motivazioni della Sentenza di Appello | Motivations of the Appeals’ Verdict | INGV: the L'Aquila trial

  2. Non so se questi miei dubbi possano essere chiariti dalla lettura intera delle motivazioni, ma mi piacerebbe tanto sapere cosa sono queste pregresse abitudini di cautela che, tra l’altro, hanno interessato solo alcune delle vittime. E’ possibile considerare una comportamento cautelativo (abitudine pregressa o non), restare furori casa a tempo indeterminato (in questo caso almeno tre ore, in piena notte e con freddo) per una scossa di Mw 3.5? Se lo facessero tutti cosa accadrebbe? Quali sono i parametri di riferimento in termini di magnitudo, distanza ipocentrale e tempo di vagabondaggio per poter ricadere nelle pregresse abitudini cautelative? Qual’è il confine delle responsabilità al fine di non limitare o contrastare il panico e quindi il disordine pubblico (come in questo caso) che può sfociare in incidenti e morti? Altrimenti alla prossima scossa di Mw 3.5, in una zona in cui c’è una sequenza in atto e il panico elevato, tutti saranno autorizzati a lasciare le proprie abitazioni, i propri uffici e posti di lavoro, per almeno diciamo 4 o 5 ore? Senza alcun intervento delle forze dell’ordine o della Protezione Civile, lasciando il campo libero a ciarlatani, mitomani e sciacalli che in queste situazioni ci vanno a nozze. A me sembra che in secondo grado ancora non si sia digerito il fatto che quella sequenza (come altre) a breve non preannunciava (e non preannunciano) niente e che il rischio non è in funzione (se non in piccolissima e non considerabile percentuale) della sequenza.
    Aspetto, inoltre, con molta curiosità l’esito della inchiesta parlamentare su tale Processo promossa della Senatrice Stefania Pezzopane come i commenti di coloro che già hanno dichiarato di esprimersi solo dopo aver letto le motivazioni, quali: il giornalista di inchiesta Riccardo Iacona, il neo direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio, il prof. Antonello Ciccozzi, il dott. Stefano Cianciotta (ora esperto di Economia su Rai 1 Mattina il quale forse scriverà anche un libro sulla sentenza di secondo grado, dopo “La condanna della Commissione Grandi Rischi. Responsabilità istituzionali e obblighi di comunicazione nella società del rischio.” adesso “L’assoluzione della Commissione Grandi Rischi. Responsabilità del Giudice nella condanna di primo grado.”) e qualche altro giornalista che al momento mi sfugge.

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