23 novembre 1980: quando la “Grandi Rischi” non c’era ancora (Massimiliano Stucchi)

 

Il 23 novembre 1980 l’Italia Meridionale viene colpita dal terremoto più disastroso e mortifero dal 1915, terremoto di Avezzano. Le dimensioni del disastro vengono comprese solo nei giorni seguenti. I soccorsi si muovono con molto ritardo. Il presidente Pertini visita quasi subito le zone colpite e pronuncia un memorabile discorso alla TV:

 http://www.youtube.com/watch?v=o1WChq0gQcA

http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-64e0d4ab-656b-474c-b9f8-bcb3f9ebb499.html?refresh_ce#p1

Italiane e italiani, sono tornato ieri sera dalle zone devastate dalla tremenda catastrofe sismica. Ho assistito a degli spettacoli che mai dimenticherò. Interi paesi rasi al suolo, la disperazione poi dei sopravvissuti vivrà nel mio animo. Sono arrivato in quei paesi subito dopo la notizia che mi è giunta a Roma della catastrofe, sono partito ieri sera. Ebbene, a distanza di 48 ore, non erano ancora giunti in quei paesi gli aiuti necessari……

….. Ebbene, io allora, in quel momento, mi sono chiesto come mi chiedo adesso, questo. Nel 1970 in Parlamento furono votate leggi riguardanti le calamità naturali. Vengo a sapere adesso che non sono stati attuati i regolamenti di esecuzione di queste leggi. E mi chiedo: se questi centri di soccorso immediati sono stati istituiti, perché non hanno funzionato? Perché a distanza di 48 ore non si è fatta sentire la loro presenza in queste zone devastate?……..”

Le responsabilità sembrano indicate con grande chiarezza.
In quel periodo la ricerca scientifica sui terremoti e sui vulcani è molto rispettata. E’ coordinata in gran parte dal Progetto Finalizzato Geodinamica del CNR, presieduto da quel Franco Barberi, condannato poi all’Aquila. Vi operano, tra gli altri, anche Enzo Boschi e Claudio Eva, anche loro condannati all’Aquila.
Barberi, assieme a Grandori, pochi giorni dopo il terremoto pronuncerà un discorso, memorabile e ben poco “rassicurante”, davanti al Senato, ricordato in questo blog

https://terremotiegrandirischi.com/2013/11/05/franco-barberi-e-la-lezione-del-terremoto-del-1980/

Nel giro di qualche settimana le porte delle istituzioni si aprono, non senza difficoltà, a un documento dei ricercatori del Progetto che propone di ampliare le zone classificate come sismiche, che viene presentato nel corso di una conferenza stampa al Ministero dell’Università.
Il giornalista del “Male”, periodico satirico dell’epoca, riassume in queste strisce la situazione del rischio sismico in Italia presentata nell’occasione:

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Le proposte dovranno attendere quattro anni per diventare, nel 1984, parte della normativa sismica: altri quattro anni di accumulo di deficit di protezione sismica degli edifici.
Negli anni seguenti si consolida il sistema nazionale della Protezione Civile, nascono presso il CNR i Gruppi Nazionali per la difesa dai terremoti e di vulcanologia, riprende vigore e si sviluppa l’Istituto Nazionale di Geofisica e nasce la Commissione Grandi Rischi.

PS. Uno dei temi principali su cui la comunità scientifica e la “Grandi Rischi”, nelle sue varie edizioni, hanno insistito maggiormente dopo il 1984, è quello del miglioramento della normativa sismica e, in particolare, dell’ampliamento delle zone sismiche e dell’adeguamento degli edifici esistenti. Sono state prodotte nuove mappe, che le istituzioni competenti hanno osteggiato in tutti i modi possibili. Queste mappe, e i documenti che le accompagnano, sono vere e proprie previsioni di possibili scuotimenti sismici, e invitano istituzioni, autorità, educatori e popolazione a tenerne conto.
Dal lontano 1984 le proposte della comunità scientifica hanno dovuto attendere i morti di S. Giuliano di Puglia (2002) per essere tradotte in legge (Ordinanza 3274/2003). E, more italico, la legge ha subito deroghe e deroghine a livello regionale. Di conseguenza Il deficit di protezione sismica è andato aumentando, un po’ come il debito dello Stato; chi lo paga?

Ma cosa vogliono ancora questi gufi di scienziati? Scrive il Giudice Billi nella sentenza:

 L’affermazione secondo la quale “l’unica difesa dai terremoti consiste nel rafforzare le costruzioni e migliorare la loro capacità di resistere al terremoto” appare tanto ovvia quanto inutile.

 Ovvia senza dubbio. Inutile? Ma dai, signor giudice, dice davvero?

2 thoughts on “23 novembre 1980: quando la “Grandi Rischi” non c’era ancora (Massimiliano Stucchi)

  1. Pingback: Il fortissimo terremoto del Mw 6.9 del 23 novembre 1980 - blueplanetheart.it

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